lunedì 27 novembre 2023

Tesori nascosti - La spada dal fiume

 



Dal Tanaro presso Roddi proviene questa spada di bronzo che venne probabilmente seppellita nello stesso letto del fiume come offerta ai defunti o alle divinità. Dotata di un'immanicatura robusta, detta a "lingua di presa", l'arma mostra l'esigenza di dover resistere meglio ai colpi da fendente in connessione con un maggiore uso di elmi e corazze e con una prima diffusione del combattimento praticato sul cavallo, oltre che sul carro.

Come questa, le spade dell'età del Bronzo ritrovate nei fiumi del Piemonte e del resto d'Europa non presentano tracce d'uso e non sono state spezzate per indicare uno stretto legame personale con un guerriero seppellitovi accanto. Il motivo della loro peculiare offerta votiva è quindi riconducibile al collegamento che nel mondo antico si credeva esistesse tra le acque profonde e gli Inferi: traccia di ciò la si può ritrovare nel nome celto-ligure del Po, "Bodinkos", cioè "senza fondo"; questa pratica può poi richiamare alla mente varie leggende della mitologia indoeuropea che narrano di armi eccezionali fornite ad un eroe da una divinità delle acque, come la ninfa dei mari Teti che nell'Iliade chiede ad Efesto di forgiare per il figlio Achille le armi per il combattimento contro Ettore, oppure la misteriosa Dama del Lago che consegna a re Artu' la spada Excalibur.

Presumibilmente opera di artigiani ambulanti, quest'arma rinvenuta presso Roddi è databile agli inizi dell'età del Bronzo finale, ovvero tra il 1200 e il 1100 a.C.

A cura di Umberto Marucco

Per maggiori approfondimenti si veda:

- F. M. Gambari, "L'età del Bronzo e l'età del Ferro: navigazione, commercio e controllo del territorio", in M. Venturino Gambari (a cura di), "Navigatori e contadini: Alba e la valle del Tanaro nella preistoria", in "Studi per una storia d'Alba", vol.1, Alba 1995, pp.35-38.

- E. Micheletto, M. C. Preacco e M. Venturino Gambari (a cura di), "Città di Alba. Civico Museo 'Federico Eusebio' di Alba. Sezione di Archeologia", Alba 2006, p.39. 

martedì 21 novembre 2023

Tesori nascosti - Epigrafe cristiana

 


Apparentemente solo un piccolo frammento di marmo bianco come tanti, questa è l'unica testimonianza epigrafica certa della prima presenza del Cristianesimo nel territorio albese.

Trovata in anno e sito ignoti ed oggi affissa nel lapidario del museo civico, la lastra è mutila su tutti i lati ed il testo intero risulta difficile da ricostruire, ma all'incirca esso doveva indicare: il luogo dove riposava il defunto (il cui nome purtroppo non conosciamo) segnalato dalla tipica formula di sepoltura cristiana 'hic quiescit' e, a seguire, l'annotazione precisa degli anni (a quanto pare più di cinquanta), dei mesi e persino dei giorni che visse la persona. In una terza riga, ora perduta ma documentata da una vecchia foto d'archivio, doveva leggersi anche la sigla 'bonae memoriae', ulteriore indizio di una sepoltura cristiana.

Dato il formulario e le caratteristiche complessive è presumibile una datazione fra V e VI secolo d.C.

A cura di Umberto Marucco

Per maggiori approfondimenti si veda:

- S. Giorcelli Bersani, " 'Regio IX. Liguria. Alba Pompeia' ", in " 'Supplementa Italica' ", 17, 1999, p.107, n.43 e G. Mennella e S. Barbieri, "La documentazione epigrafica della città e del territorio", in F. Filippi (a cura di), " 'Alba Pompeia': archeologia della città dalla fondazione alla tarda antichità", in "Studi per una storia d'Alba", vol.2, Alba 1997, p.606, n.86 per l'epigrafe cristiana.

- Su ipotesi riguardo il radicamento antico del Cristianesimo nel territorio albese si possono consultare ad esempio: G. Cantino Wataghin, "Vescovi e territorio nel Piemonte meridionale tardo antico: una prospettiva archeologica", in E. Gautier di Confiengo, S. Lusuardi Siena e B. Taricco (a cura di), "Il viaggio della fede. La cristianizzazione del Piemonte meridionale tra IV e VIII secolo, Atti del convegno di Cherasco, Bra, Alba, 10-12 dicembre 2010", Alba-Bra-Cherasco 2013, pp.23-52 e S. Giorcelli Bersani, "La cristianizzazione del Piemonte sud-occidentale: le antiche diocesi di Alba e di Asti", in E. Lusso e F. Panero (a cura di), "Insediamenti umani e luoghi di culto fra medioevo ed età moderna. Le diocesi di Alba, Mondovì e Cuneo. Atti del convegno, La Morra 7 maggio 2011", La Morra 2011, pp.17-18.  

lunedì 13 novembre 2023

Tesori nascosti - Rosetta del tempio forense

 


Questa rosetta conservata al Museo "Federico Eusebio" è stata rinvenuta durante uno scavo archeologico del 2005-2006 al di sotto del medievale Palazzo Marro in piazza San Giovanni e costituisce l'unico frammento superstite che decorava la parte alta del tempio del foro di 'Alba Pompeia'.

Alta circa 20 cm, essa era stata inglobata in un muro del palazzo medievale che ancora oggi è sostenuto dalle fondazioni dell'antico tempio e, in origine, si trovava su una fascia orizzontale dell'architrave o sulla cornice del tetto dell'edificio. Il suo fiore con doppia corona di petali aperti è tipico di un repertorio della scultura architettonica dell'Italia meridionale e della Sicilia tra III e I secolo a.C., adottato poi in monumenti augustei come il mausoleo dell'imperatore a Roma.

Significativo è anche il calcare di cui è fatta: proveniente da sedimenti delle formazioni appenniniche del Tortonese o dell'area pavese-emiliana, era stato utilizzato in un periodo in cui le cave del ben più pregiato marmo di Luni non venivano ancora pienamente sfruttate.

A cura di Umberto Marucco

Per maggiori approfondimenti si veda:

- M. C. Preacco, "Il tempio: dalla scoperta alla valorizzazione", in M. C. Preacco (a cura di), "Percorsi e monumenti archeologici di Alba: il tempio romano di piazza Pertinace", Alba 2009, pp.17-20.