lunedì 26 giugno 2017

Escursione in Val Grana: cronaca della giornata

La borgata di Quagna è subito oltre il fiume e costituita da poche case

La condivisione è fulcro dello sviluppo della conoscenza e, nella sua essenza, è senza età e vede un entusiasmo comune, che coinvolge generazioni assai differenti. La passione per la scienza nasce assai giovane e, se ben coltivata, attraversa tutta la vita. 
La nostra Associazione nasce dal piacere di condividere la passione scientifica e l'amore per il nostro territorio. Il nostro piccolo sito, fieramente amatoriale e pur con tutti i suoi limiti, ne è un chiaro riflesso.
L'escursione geologica in Val Grana ha visto la partecipazione di giovanissimi appassionati, accompagnati da genitori altrettanto entusiasti. Vi è un riflesso comune nell'occhio di uno scienziato e in quello di un bambino. E'un riflesso di sorpresa e meraviglia, di fronte alla bellezza in noi connaturata. Dipanare le leggi della natura è un progressivo processo di scoperta, non può non aggiungere meraviglia alla meraviglia.

I nostri giovani esploratori all'ingresso della miniera

Sorpresi da un violento acquazzone e al riparo nelle macchine, la partenza per la miniera di Quagna è stata posticipata di un'ora. Terminata la violenta pioggia, il cielo si è rapidamente rasserenato e ci ha reso un bosco verdissimo e umido, ricoperto di muschi e dal suolo rigoglioso. 
All'imbocco della borgata, costituita da poche case in roccia e legno, ci accoglie un cartello che narra di Spirito Marchiò, orologiaio in Francia e originario della valle.
Appassionato di mineralogia e in cerca di oro e pietre preziose, fece ritorno in Italia. Presentata domanda al Corpo Reale delle Miniere di Torino, intraprese scavi in cerca di preziosi e vi coinvolse i sei figli, ma con scarso successo: i cristalli gialli e lucenti da lui individuati a valle (e che parevano oro) sono semplice pirite, mentre le vivaci e sottili venature azzurre e verdi a monte sono costituite da azzurrite e malachite.

I vecchi tronchi che puntellavano la minera ne ricordano la storia e mostrano una struttura crollata a tratti
Azzurrite e malachite trovate sul posto

Forse questi scavi non arricchirono il padre delle miniere di Monterosso Grana, ma ebbero tuttavia il pregio di palesare la ricchezza geologica delle nostre Alpi e, non da ultimo, di farci conoscere l'impresa testarda e affascinante del nostro appassionato di inizio secolo. 
Ispirati da questo passato avventuroso e un poco sconclusionato, siamo saliti alla prima cava, quella di pirite. Qui per sicurezza i più piccoli sono rimasti all'esterno, mentre un piccolo gruppetto di noi è entrato a osservare.

Miniera di Quagna, percorrendo l'interno...
... e osservandone le pareti...

Potete vedere qui un paio di video della visita all'interno.



Usciti dalla galleria, ad accoglierci è nuovamente il verdissimo e assai umido bosco. A questo punto, siamo tutti abbastanza fradici. E' il tempo di salire alla cava di azzurrite e malachite, dove i ragazzi possono osservare al suolo detriti dalle sottili venature verdi e blu e la stessa tetraedrite


La conca scavata e dal fondo sassoso accoglie come un abbraccio i piccoli visitatori, che approfittano di Luciano, Gian Carlo e Franco, per comprendere il nome di ogni concrezione.

Il nostro Gian Carlo illustra ai ragazzi le caratteristiche dei minerali
Gian Carlo davanti alla tipica venatura azzurra della roccia
Il muro di pietra dalle sfumature verdi e blu, al pari di Francesco
Martellare dà sempre soddisfazione...

Terminata la lunga giornata, sudati dall'umidità imponente ma anche galvanizzati dall'entusiasmo dei giovani, è infine tempo di scendere a valle e fare ritorno. Resta il ricordo di una giornata intensa e piena, di valida ispirazione per nuove uscite. 

In uscita dalla miniera è consigliabile tenere la destra
 
Per chi volesse visitare la zona e rifare il nostro percorso, alleghiamo qui un'immagine di Google Street View che mostra il punto di partenza del sentiero erboso che va alla borgata di Quagna, che è oltre un ponticello di legno sopra il torrente. Una volta attraversato il borgo, il sentiero si fa più stretto (passa una persona alla volta) e prosegue diritto per circa trecento metri nel bosco e in leggera salita fino alla galleria che abbiamo visitato. Di fronte alla galleria, si apre un bivio da cui si prosegue per il ramo destro per altri quattrocento metri. Al secondo bivio si svolta a destra, prendendo un ramo di direzione opposta che sale sul fianco della collina per altri trecento metri, fino alla conca di azzurrite da noi descritta e fotografata. Le distanze riportate sono a livello indicativo, visto che non sono state effettuate misure.

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