lunedì 21 novembre 2022

Quando la natura dà spettacolo: la vetta in estate del Viso di Vallanta e le sue storie...

La parete ovest del Viso di Vallanta vista dall'omonimo vallone alla quota 2400 m

La parete si innalza dal fondovalle per circa 1800 m e raggiunge quota 3780. Si nota che  la parte più alta della parete, fino alla vetta, è costituita da rocce scure, i metabasalti profondi della crosta oceanica che, sospinti dalla placca africana durante l'orogenesi alpina, sono emersi ed hanno letteralmente sfondato i  sovrastanti strati dei sedimenti marini che sono rimasti sub-verricali.

Altro aspetto interessante è la superficie levigata degli strati sub-verticali (rocce sedimentarie) ben visibili sopra il colletto verde in primo piano. Si tratta degli effetti dell'esarazione glaciale di epoca wurmiana, iniziata 100.000 anni fa e terminata 10.000 anni orsono.
Da allora la temperatura ha iniziato ad innalzarsi permettendo alle popolazioni neolitiche di insediarsi fino alle quote di 2400 m sul versante est del Monviso per dedicarsi alla lavorazione ed esportazione della 'pietra verde"nel 6^-4^ millennio avanti Cristo. Studi condotti sugli insediamenti neolitici della zona hanno dimostrato che 6.000 anni orsono le temperature di quelle quote erano pari o superiori a quelle attuali.

Altro aspetto interessante (in primo piano nella foto), questa volta dal punto di vista botanico, è la rigogliosa vegetazione e colonizzazione del pino cembro a quota 2400 m, oltre la fascia dei larici. Questa essenza, non più estirpata per fare pascoli, sta di nuovo diffondendosi sui calcescisti.

Da Gian Carlo

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