martedì 30 gennaio 2024

Tesori nascosti - Statuetta del Neolitico

 



Nelle foto: la seconda immagine è stata ripresa da M. Venturino Gambari, M. Calattini, B. Zamagni e M. Giaretti, op. cit., p.117.

Tra il 1986 e il 1988 ad Alba venne realizzata un'indagine archeologica in un'area complessiva di ben 230 mq tra via Pinot Gallizio, via Cencio e corso Langhe, sfruttando l'occasione della costruzione in quella zona di un edificio commerciale. Lo scavo permise così di scoprire interessanti ritrovamenti databili dal Neolitico fino all'età del Bronzo recente: questo frammento di statuetta fittile è uno dei rinvenimenti riconducibili ad un insediamento stabile nell'Albese di popolazioni dei "Gruppi del Neolitico Antico Padano" tra la fine del V e gli inizi del IV millennio a.C., in un momento quindi successivo alla prima neolitizzazione di quest'area ad opera di gruppi liguri della cosiddetta "Cultura della Ceramica Impressa".

La statuetta, con un'estensione a forma di fungo che doveva rappresentare la testa e delle piccole linguette al di sotto che sembrano accennare delle braccia, doveva avere in origine un'aspetto femminile e svolgeva probabilmente un ruolo essenziale nei riti e culti connessi con la fertilità della terra e la vita dei primi agricoltori.

Vari esemplari simili, ritrovati ad esempio a Vhò di Piadena in provincia di Cremona, sono stati identificati con la grande Dea Universale, madre nutrice delle origini, presente in molte delle mitologie agricole e la cui sopravvivenza si può forse percepire in componenti di questa religiosità che sarebbero confluite durante il Medioevo nello stereotipo del sabba. E' probabile dunque che statuette come questa non dovessero rappresentare una figura femminile a scopo ornamentale, ma più che altro enfatizzare determinate parti del corpo di modo da avere un valore simbolico, tesi ulteriormente avvalorata in questo esemplare dalla presenza di un motivo a zig-zag, detto a 'chevron', inciso su più punti e con cui venivano solitamente contrassegnati gli oggetti di culto.

A cura di Umberto Marucco

Per maggiori approfondimenti si veda:

- M. Venturino Gambari, "La preistoria: dalla pietra levigata al primo metallo", in M. Venturino Gambari (a cura di), "Navigatori e contadini: Alba e la valle del Tanaro nella preistoria", in "Studi per una storia d'Alba", vol.1, Alba 1995, pp.13-26 e, in particolare, pp.16-17 sulla statuetta fittile.

- M. Venturino Gambari, F. M. Gambari, M. Giaretti e C. Davite, "L'indagine archeologica", in M. Venturino Gambari (a cura di), op. cit., pp.70-77 sul saggio "Cooperativa dei Lavoratori" effettuato tra il 1986 e il 1988.

- M. Venturino Gambari, M. Calattini, B. Zamagni e M. Giaretti, "La cultura materiale: il Neolitico", in M. Venturino Gambari (a cura di), op. cit., pp.107-118 sulla ceramica rinvenuta nello scavo e, in particolare, pp.116-117 sempre sul frammento di statuetta albese.

- E. Micheletto, M. C. Preacco e M. Venturino Gambari (a cura di), "Città di Alba. Civico Museo 'Federico Eusebio' di Alba. Sezione di Archeologia", Alba 2006, p.26 sulle prime testimonianze di attività umana nell'Albese.