Girovagando per Alba - La strada romana
Uno scavo risalente al 1997 nei pressi di vicolo San Biagio, poco lontano dall'incrocio tra via Gastaldi e via Paruzza, ha permesso di ritrovare i resti di un selciato stradale romano alla periferia sudorientale della città antica.
Grazie al rinvenimento di tratti stradali come questo e di condotti della fognatura è stato possibile documentare archeologicamente tutti gli assi viari urbani di 'Alba Pompeia' e la loro organizzazione: questo reticolo di strade incrociate ad angolo retto era prima di tutto composto dalle vie principali, il decumano massimo sull'asse est-ovest ed il cardine massimo, sostanzialmente coincidente con l'attuale via Vittorio Emanuele II o "via Maestra", sull'asse nord-sud. Vi erano poi cinque vie minori parallele al decumano massimo e sei cardini minori, tre su ciascun lato, paralleli al cardine massimo.
La strada qui in questione era nello specifico l'ultimo tratto del secondo cardine minore a est dell'antica "via Maestra", che giungeva fino in prossimità delle mura meridionali della città.
Si può ritenere che l'impianto del sistema viario sia stato realizzato in maniera unitaria ed omogenea durante l'età augustea, tracciando dapprima le vie principali e poi tutte le altre su una superficie sostanzialmente pianeggiante e costituita da terreno argilloso di origine alluvionale. Dopo aver aperto delle trincee per la rete fognaria, si procedeva a ripianare il terreno per l'allettamento del selciato, che, come ben si nota in vicolo San Biagio, consisteva in ciottoli fluviali facilmente reperibili nella valle del Tanaro, fittamente connessi tra loro senza utilizzo di malta ed infissi nel suolo per circa 2/3 del lato più lungo.
Dalla foto si può poi vedere che dei ciottoli di grandi dimensioni non tagliati venivano disposti di piatto a formare la linea di mezzeria della carreggiata, mentre i margini stradali (qui, in particolare, è visibile quello sulla sinistra) erano formati da ciottoli interi conficcati di taglio e sopraelevati di una decina di centimetri rispetto alla carreggiata, per segnare il confine con i marciapiedi. Questi ultimi erano realizzati in terra battuta e presumibilmente erano coperti da porticati anche per evitare che diventassero impraticabili con il maltempo.
Le misure standardizzate delle strade di 'Alba Pompeia' erano una larghezza di 5,50 metri per la carreggiata e di 3 metri per ogni marciapiede, per un'ampiezza totale di ben 11,50 metri.
A cura di Umberto Marucco
Per maggiori approfondimenti sull'impianto viario urbano e la sua realizzazione si vedano:
- F. Filippi, "Urbanistica e architettura", in F. Filippi (a cura di), " 'Alba Pompeia': archeologia della città dalla fondazione alla tarda antichità", in "Studi per una storia d'Alba", vol.2, Alba 1997, pp.57-60.
- E. Micheletto, M. C. Preacco e M. Venturino Gambari (a cura di), "Città di Alba. Civico Museo 'Federico Eusebio' di Alba. Sezione di Archeologia", Alba 2006, pp.47-48 e 51-52.
- La stessa tecnica di realizzazione delle strade era stata già rilevata a Bologna per la fase augustea della città e fu dettata da evidenti ragioni di economicità, come si può vedere in J. Ortalli, "La tecnica di costruzione delle strade di Bologna tra età romana e medioevo", in "AMediev.", IX, pp.379-394, Bologna 1984.
Nello specifico sul cardine minore di vicolo San Biagio si veda:
- F. Filippi, "La documentazione archeologica della città", in F. Filippi (a cura di), op. cit., pp.254-255 e 257.
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