Il padre di Pertinace, Elvio Successo ['Historia Augusta', 'Pert.', 1,1], era un liberto, cioè uno schiavo che ottenne in seguito la libertà attraverso la 'manumissio', l'atto del diritto romano che ne permetteva l'affrancamento dal padrone.
La professione specifica che Successo esercitava, dal commercio di legname a quello della lana per la produzione del feltro, è stata a lungo argomento di discussione tra gli studiosi, ma fidandoci dell'interpretazione dei passi antichi e delle correzioni di questi ultimi proposte dall'illustre Theodor Mommsen, il padre di Pertinace avrebbe posseduto nel territorio di 'Alba Pompeia' un'attività di lavorazione della lana e commercio di tessuti che era poi tra i possedimenti ereditati dal figlio e da lui amministrati durante il suo esilio in Liguria all'epoca di Commodo ['Historia Augusta', 'Pert.', 3,2-4].
Secondo quanto testimonia Aurelio Vittore [Aurelio Vittore, 'Epitome de Caesaribus sive De vita et moribus imperatorum', XVIII, 4], Elvio Successo dirigeva questa manifattura tessile nelle terre degli Edii Lolliani, alle dipendenze del nobile proprietario terriero Lolliano Genziano di cui seppe probabilmente guadagnarsi la fiducia. Egli ottenne così l'affrancamento dalla condizione di schiavo grazie ad un ignoto personaggio, a sua volta cliente o dipendente dei Lolliani, appartenente alla 'gens' degli 'Helvii' (da cui il suo 'nomen' come liberto), originari forse dell'Italia centrale.
Quasi nulla è possibile sapere invece della madre dell'imperatore: ipotizzando che l'agiatezza raggiunta da Successo gli avesse permesso di sposare una donna di famiglia benestante e, forse, anche di ceto aristocratico, essa poteva allora essere imparentata con gli stessi Lolliani suoi patroni.
Unico ricordo che conserviamo nelle fonti scritte di lei è legato al periodo della vita di Pertinace in cui egli era al comando della flotta romana sul Reno presso Colonia, in qualità di 'Praefectus classis Germanicae' (come ci testimonia anche un'iscrizione rinvenuta nel 1959 e conservata a Bonn, base di un monumento dedicato dagli abitanti di Colonia a Pertinace). In quell'occasione sua madre lo aveva seguito fino in Germania e là morì, sepolta in una tomba che ai tempi del biografo, tra fine IV e inizio V secolo d.C., sarebbe ancora esistita ['Historia Augusta', 'Pert.', 2,3].
Un'identificazione suggestiva, ma finora non suffragata da ulteriori riscontri, è stata fatta da Corrado Picchi studiando i rapporti di parentela tra le famiglie degli 'Hedii', degli 'Helvii', dei 'Lollii' e degli 'Acilii' e riconoscendo la madre di Pertinace in una matrona romana chiamata Lollia Acilia Compsa, di cui sarebbe esistita un tempo un'epigrafe deposta tra un complesso di ruderi non lontano da Liegi, in Belgio.
Imparentata sia con la 'gens' Acilia del senatore Acilio Glabrione, sia con la 'gens' Lollia dei patroni di Elvio Successo, viene quindi da domandarsi cosa spinse una nobile donna in età già matura a seguire il figlio fino in Germania per poi rimanervi lì sepolta. A questo proposito, lo stesso Picchi teorizza che la presenza aristocratica della madre avrebbe potuto garantire a Pertinace una certa rappresentatività ufficiale per l'incarico a Colonia e può essere che la donna conoscesse già quelle terre per via dei fiorenti traffici intrapresi dalla sua famiglia.
A cura di Umberto Marucco
Per maggiori approfondimenti si veda:
- S. Fox e M. Pomponi, "Publio Elvio Pertinace imperatore romano: 'Alba Pompeia' 126 d.C. - 'Roma' 193 d.C.", Alba 2010, in particolare pp.23 e 323 per la traduzione italiana dei passi delle fonti antiche citate, pp.24-25 sull'epigrafe dedicata a Pertinace dagli abitanti di Colonia, pp.62-65 su entrambi i genitori e p.133 sulla vicenda della madre in Germania.
- Sul padre Elvio Successo si veda anche E. Groag e A. Stein (a cura di), 'Prosopographia Imperii Romani (P.I.R.) saec. I.II.III.', vol.IV2, Berlino 1958, p.68, H77.
- Sulla madre si veda ancora C. Picchi, "La madre dell'imperatore Pertinace. Ipotesi di identificazione" in " 'Alba Pompeia' ", IX, pp.31-42, Alba 1988.
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